“Do you believe in miracles?” L’epica cit, presa in prestito dal maestro Federico Buffa, è l’attacco più spontaneo che ci sovvenga: a 24 ore dal braccialetto di Dario Sammartino, primo alloro azzurro in questa edizione, Paolo Boi, 40 anni da Oliena, corona una cavalcata lunga 4 giorni portandosi a casa il braccialetto nell’evento #60, un No-Limit Hold’em da 3.000$ di buy-in e 1.773 partecipanti.
Contro ogni odds, Boi regala all’Italia il secondo monile di questi campionati, che dopo un avvio claudicante ci hanno regalato due trionfi che difficilmente dimenticheremo.
In un torneo che lo ho visto per la maggior parte del tempo short stack, Boi riesce strenuamente a difendersi e dopo essere ripartito 8 di 13 approda al final table 7/9.
LA CRONACA
Dopo l’eliminazione di Benjamin Gold, Boi trova il primo 2-up di un final table da oltre 6 ore. A-Q > A-T e si ritorna a respirare intorno ai 10x. Ma il colpo che lo rimette pienamente in corsa arriva lo vede coinvolto in un all-in a 3 dove Paolo tribet-shova con 9-9 da small blind sull’all-in di Vanessa Kade da Utg per 5.5x. Da big blind Juan Vecino spilla A-J e decide di chiamare a sua volta alla ricerca della doppia eliminazione: il board monotone a quadri premia il player sardo che si riporta così in perfetta average a 7 left.
Escono di scena Paredes e Foggin, gli stack si livellano e parte un 5-handed in cui nessuno intende uscire. Trafila di raddoppi da parte degli short stack con Paolo che vince uno showdown per poi perderne uno clamoroso con Q-J di fiori contro Q-T di cuori all in flop su 8 5 3 rainbow. Il turn è un J di cuori che regala top pair al nostro alfiere ma apre il flush draw di Vecino che lo chiude con un 6 di cuori al river.
Paolo perde dunque un flip (6-6 < A-Q ) che sembra sancire la sua fine, ma non è così: 2-up in bvb A-3>Q-3 e ancora 2-up (J-8s > 9-To).
La mano che lo porta per la prima volta in top 3 è un pazzesco 4-handed in cui Boi difende da bb dopo l’open di Justin Belforti da Utg e un doppio call. Su flop A J 5, Paolo check-raisa la puntata di or che tank shova con A-8 ma è dietro alle “jackson 5” dell’italiano. Turn e river doppio blank e ci si inizia a credere…
Sembra che il flow sia dalla nostra parte ma Belforti si riprende parte del maltolto ai nostri danni. Open-call da button con 9-Js contro l’A-3 di Boi che perde al river un pot da circa 20x su board 8 T 5 T J.
La sfida contro Belforti si conclude però appannaggio di Paolo in una mano che lo costa l’eliminazione all’americano e regala una chipleading finalmente determinante: apertura di Paolo da bottone a 1.600.000 (x2), call da bb per Belforti. Doppio check su flop K fiori 10 picche 7 picche. Lead out per Belforti sul 9 di picche turn, chiama Boi. 4 di cuori river: Belforti va all-in e Paolo chiama alla velocità del suono con… il NUTS! Un A-3 di picche sagacemente check backato flop. Nice hand per Belforti che aveva probabilmente la miglior combo del mazzo per bluffare: Q quadri 8 di picche.

[Photo Courtesy WSOP – Danny Maxwell]
L’EPILOGO
Di lì a poco Paolo elimina Brandon Mitchell in quarta piazza (A-T> A-6) e Juan Vecino (K-Ts > A-Q). In heads-up contro Noel Rodriguez il primo showdown per la gloria è vano: il K-J dell’italiano non supera l’A-5 avversario. Ma è un sussulto. Paolo apre da bottone a 1.800.000 con coppia di 10 e riceve il call di Rodriguez che check-raisa a 4.800.000 su flop JJ3 dopo la c-bet 2.000.000 di Boi che chiama.
Sul 6 di picche turn Rodriguez spara la seconda a 5.600.000: ancora call per Paolo.
Il river è un K di picche su cui Rodriguez annuncia l’all-in per circa 16.500.000. Paolo ci pensa a lungo, ma non crede nel tris di Jack (o ancor più improbabile full house dell’avversario) e pronuncia il call che ricorderà per tutta la vita: Rodriguez mostra Q-9o e la doppia coppia di Boi gli vale braccialetto e primo premio da 676.900$.