
Avete mai visto The Butterfly Effect? Si tratta di un piccolo capolavoro del duo Bress/Gruber basato sul cosiddetto “effetto farfalla”. Per farla semplice, ogni minima variazione sulla condizione iniziale di un sistema produce enormi variazioni a lungo termine.
Perché vi stiamo parlando di ciò? Perché il Day1 C del WSOPC Main Event giocato da Antonio Fragale, non sarebbe stato lo stesso se non fosse accaduto quanto vi stiamo per raccontare.
Bet, bet, reshtooo!
Ci troviamo in early stage a bui 500/1.000 e Antonio decide di pigiare sull’acceleratore facendo bet-bet-shove in bluff, con Jack High:
“Apro J-T da CO e trovo il call sia di SB che di BB. Su 9♣️ 7♦️ 2♠️, dopo il check degli altri giocatori punto half pot e chiama solo SB. Il Turn è un 3♠️, io punto 3/4 con l’idea di andare all-in nel caso non fosse cascata un’altra carta a Picche, call. Il river è un 2♥️ che paira e decido di andare fino in fondo, mentre il mio avversario va in the tank per circa 5 minuti.”
Antonio rimane immobile, il pot è gigantesco e lo stress comincia a diventare insopportabile: “Volevo chiamargli il tempo ma temevo che facendolo lo avrei indotto al call”
Per sua fortuna però, un ragazzo turco al tavolo con lui decide di chiamare il Time e il floorman arriva puntuale per iniziare il countdown: “…cinque, quattro, tre, due, uno…”
Una chip viene lanciata oltre la linea che demarca l’area di gioco, è un call: “Ha girato 8♠️ 9♠️, Top pair al Flop e Flush Draw al Turn… Io mi sono alzato di scatto e sono andato al buffet convinto di esser player out visto che giocavamo circa pari stack.”
Come (non) campare 100 anni

E invece no, dopo il count da parte del dealer 3 chip ritornano al posto 7, dove stava seduto il buon “frakkalagan”.
Il ragazzo turco, probabilmente un regular del casinò, conosce vagamente Antonio ma non ha un suo contatto. Si ricorda però del suo amico e compagno di tante battaglie, “Timballo” (questo il suo nickname storico), lo cerca su Facebook e gli scrive un messaggio.
Nel mentre il gioco prosegue per qualche mano finché Antonio non riceve la chiamata dell’amico – “Fraté, hai ancora 6mila, corri al tavolo!” – e si precipita nuovamente in sala.
Arrivato a destinazione, complice il cambio dealer e qualche altra piccola perdita di tempo, fa in tempo ad andare all-in alla prima mano ricevuta, K-Qs, trovando prima un call e poi il re-shove di un giocatore con A-K. Dama a faccetta e triple-up. Alla mano successiva con 10-10 arriva un ulteriore raddoppio e in quella ancora dopo accade l’impensabile…
Butterfly effect

Antonio si trova da CO con 8-8 e apre le danze, chiamano BTN, SB e BB: “Il flop è 10♠️ 8♥️ 3♠️, giro di check. Al Turn casca un A♠️ e decido di puntare una size close to pot, chiama soltanto il ragazzo turco, proprio quello che mi aveva avvisato di tornare di corsa al tavolo…”
Il River, come nei migliori plot twist, è un 8♦️ che regala Quads ad Antonio: “Quasi non ci credevo, faccio nuovamente close to pot e il mio avversario fa snap-call!”
Il turco verrà eliminato poco dopo mentre Antonio continua la sua marcia trionfale, che culmina in un clamoroso showdown a 4 proprio all’ultima mano:
“Mi trovo con A-A contro K-K, A-K e 10-10… Un colpo che in genere non vinco mai anche se sto circa al 60%, e invece…”
Altro pot gigantesco e 4° posizione nel count a fine giornata, un qualcosa di impensabile appena qualche ora prima.
Il torneo di Antonio finirà al Day2 dopo una bella deep-run chiusa con l’amaro in bocca. Questa chicca però, è uno di quegli episodi che fanno capire quanto il poker sia un gioco incredibile e imprevedibile allo stesso tempo.
Uno dei motivi per cui ci troviamo qui a scriverne o a leggerne e, soprattutto, a giocarci con una passione che non conosce confini.