
L’idea per questo pezzo è nata per caso, aspettando un espresso al bar del King’s Resort nel corso del Day3 del Main Event delle WSOP Circuit.
Davanti a me, uno schermo trasmette la replica del final table vinto da Alessandro Pichierri qualche mese fa, il GGPoker HR da 25K di buy-in, e questo fermo immagine: Viktor con la bocca aperta e gli occhi socchiusi appeso a un misero 6 percento. Come un monaco buddista circondato dalle fiamme che rimane impassibile di fronte a un destino imminente.
Con Alessandro ci conosciamo ormai da diversi anni e non è passato nemmeno così tanto tempo da quando, in un anonimo mercoledì pomeriggio nel pieno della pandemia, ci siamo trovati a dealare (quasi) alla pari un ricco Afternoon on Stars.
Sì, proprio lo stesso Pichierri che in quel momento sta per mandare alla cassa il più duro di tutti, il Super Sayan del poker online, un mito per una generazione di pokeristi in erba: Viktor “Isildur1” Blom.
Non dirmi che non t’ha fatto nessun effetto, gli chiedo. “Guarda che immagine…

“Forse questo è uno degli showdown più grossi che abbia mai giocato in vita mia. Se fosse cascata una Dama, penso che sarei svenuto lì di fronte a tutti…”
Pensa se l’Alessandro del 2014, quello che vinceva le TLB (Tournament Leaderboard, ndr.) a suon di pomeriggi e nottate passate a macinare tornei, avesse questo flash! Nel senso, dieci anni fa Isildur era già Isildur… Poi scopri che in realtà è umano e lo puoi anche eliminare.
“Ad esser completamente sincero devo dire che, sebbene sul momento li rispettassi tutti, quando ho rivisto il tavolo a carte scoperte…
Ora, non so se Isildur sia stakato o non gliene freghi nulla dei soldi perché ne ha troppi, ma gli ho visto fare delle porcherie enormi per il livello a cui gioca, tipo aprire 7-4o in mezzo al tavolo o robe simili.”
Sei mai stato un suo fan?
“No, è completamente diverso da me, sia come persona che come stile di gioco. E poi lui è un cash-gamer. Ci sono dei personaggi iconici che, anche se non mi rappresentavano, erano un po’ dei miti. Che so, Ivey, Tom Dwan, Antonius… Tutti, in quegli anni, guardavamo PokerItalia24.
Ora, non mi sento di attaccare direttamente Blom, ma è probabile che sia rimasto indietro su alcune dinamiche. Con ciò voglio dire che, probabilmente, prima che esistessero i solver poteva avere senso aprire 7-4s, ora non ce l’ha più perché la gente ha le contromisure se giochi coi range sbagliati.”
Attualmente sei nell’élite del poker live (almeno per quanto riguarda gli italiani), ne sei consapevole sì? Intendo te, Pertugio, Camosh e via dicendo: sarete quelli che fino ad ora sono stati Dario e Musta per chi iniziava una decina d’anni fa. Quando è avvenuto lo scatto, quando hai cambiato marcia?
“In realtà ho fatto tanti errori nella mia carriera, in primis il fatto di aver iniziato a giocare live solo alla fine del 2021. Prima giocavo solo su Stars ‘it’ e ‘com’.”
E perché non ci hai provato prima?
“Non saprei. Un po’ pigrizia, abitudini sbagliate. In realtà sono partito a Malta per giocare sul ‘dot eu’, tutti i giocatori più forti erano lì, ma proprio per questo anche i top non arrivavano a guadagnare chissà quanto. A parte quelli che giocavano anche gli High Roller, l’atteso di un top sul ‘com’ non era superiore ai 100/200 l’anno.
Poi è arrivato il Covid e sono cambiate le carte in tavola. Il poker ha avuto un nuovo boom, prima online e poi live. Per dire, prima non esistevano mica tornei da 2/300 euro con mezzo milione o un milione di montepremi, ora sì.”

Studiare non significa avere garanzia di risultato ai tavoli: la teoria e la sua applicazione sono due cose completamente differenti e tu sei uno di quelli a cui questa transizione riesce particolarmente bene.
“Lo studio è servito solo per avere sicurezza, il mio stile non è poi tanto diverso da quello del passato. La vera differenza sta nella consapevolezza che ho delle mie scelte. Non ho bisogno di chiedere conferme a nessuno, la risposta me la trovo da solo, studiando.
Gran parte del merito è anche di Candido (Cappiello, ndr.), con cui siamo molto legati e che mi coinvolge sempre nello studio, anche perché non ho la sua stessa sicurezza nelle scelte. È una questione di carattere. Per quanto mi riguarda, il vantaggio è che ho una mente molto matematica e mi basta poco per capire le cose. Basta vedere uno spot su Wizard e capisco cosa sbaglio e cosa no.”
Sei tra gli italiani che ha vinto più braccialetti nella storia dopo Max Pescatori: com’è stato lo switch online/live?
“Io non faccio chissà cosa al tavolo, mi baso sul gioco, a meno che non ci siano tell palesi, magari amatori dove si vede chiaramente cos’hanno in mano. Al netto di ciò, la maggior parte dei giocatori ha un gran controllo del corpo e delle proprie emozioni.
Poi sì, ricordo un episodio in cui c’era una ragazza che stava praticamente lacrimando dallo stress, ed ho fatto call. Tra l’altro, io non è che avessi chissà quale mano di valore ma lei era in bianco totale…”
È vero che lo Shot Clock aiuta a bluffare?
“Sì, perché molta gente, quando bluffa, trattiene il respiro. A meno che uno non usi tutti i Time Bank… Per me la questione non sta nel bluff in sé, ma nella scelta di gioco: se so che il bluff è la mossa migliore sto calmo. L’ansia subentra quando c’è qualcosa di storto nella condotta della mano.”
Hai ancora voglia di giocare?
“La voglia c’è ed è tanta, perché mi manca vincere un torneo importante…”
Il 25K non era importante?
“Non dico che non lo sia, ma non è come un EPT. Proprio in merito all’EPT, per esempio, all’ultimo avevo tre volte l’average a tre tavoli left…”
Terzo al Main WSOP o Picca all’EPT?
“So che potrebbe essere controtendenza, ma dico Picca all’EPT. Una vittoria è sempre una vittoria. Si vince poche volte e quando capita è bellissimo. Proprio per questo bisogna avere la sensibilità di capire che 1 su 10mila è difficile da fare, non sei un supereroe.”
Come reagisci alle vittorie adesso?
“La vittoria mi dà liberazione, ma non mi cambia chissà cosa. Negli ultimi due/tre anni, per colpa mia o per cause di forza maggiore, ho giocato sempre, quindi anche dopo aver vinto il 25K il giorno dopo ero già iscritto a un altro torneo…
A meno che non arrivi uno shot che stravolge gli equilibri, è difficile che cambi qualcosa, anche vincendo 100/200mila…”
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